Gli elettori dei partiti sovranisti non sono né perduti, né “sbagliati”

Le analisi dei flussi del recente voto europeo hanno evidenziato due fenomeni apparentemente contraddittori. Da una parte una estrema mobilità dell’elettorato, che porta i partiti di governo – Lega e M5S – rispettivamente a raddoppiare e dimezzare la propria percentuale dei consensi nel giro di un anno e dall’altra parte la rigida impermeabilità dei due fronti politici cosiddetti sovranista e anti-sovranista.

I movimenti sono stati forti, ma tutti o quasi all’interno dei rispettivi campi. Gli attesi o auspicati deflussi da M5S e FI verso i partiti europeisti – in primo luogo PD e +E – sono stati marginali e irrilevanti rispetto all’esito del voto, in cui il relativo recupero del PD e la crescita di +E sono stati piuttosto il riflesso di un marcato astensionismo.

Se si volesse fare un’analisi puramente statica dell’elettorato, bisognerebbe concludere che i sovranisti possono cambiare cavallo, ma non scuderia. Ma se questo fosse vero, la competizione degli anti-sovranisti sarebbe puramente interna al loro campo. E questo, oltre a essere tragico, sarebbe del tutto insensato.

In realtà, non si possono dare per perduti gli elettori di Lega, M5S, FdI ecc. ecc.. La gran parte di loro ha scelto questo approdo spinto dall’onda lunga di un qualunquismo politico trasversale e di un conformismo anti-europeo che in questi anni ha contagiato tutti i soggetti politici, PD compreso, che per bocca del suo segretario sta dando fondo a un repertorio anti-austerity, anti-globalizzazione, anti-Ue e anti-BCE più moderato nei toni, ma concettualmente subalterno al racconto salviniano.

Gli elettori di Salvini e di Di Maio e le anime perse che continuano a votare una Forza Italia nominalisticamente liberale non sono elettori “sbagliati”, ma sono piuttosto intrappolati nell’errore, anzi nel peccato originale della politica italiana degli ultimi decenni, che ha addossato a Bruxelles, all’Europa e al mondo la responsabilità di tutto quello che in Italia non funziona e che ha invece cause al cento per cento nazionali.

Milioni di persone che oggi votano per i partiti sovranisti fino a pochi anni fa votavano per partiti del tutto diversi. Possono tornare a cambiare idea e non solo illusione, come nel passaggio da Grillo a Salvini. Non è facile, ma proprio la storia recente dimostra che non è impossibile.

Condividi