La Xylella come il deficit. Prima si nega il problema, poi si denuncia il complotto

La “storia della Xylella infame” è una vera autobiografia politica dell’Italia sovranista, che spiega tutto della logica del M5S e della Lega rispetto a complessi problemi di governo.

Quando nel 2013 si profilò per la prima volta il problema, il primo approccio fu semplicemente negazionista. La Xylella non era la causa del disseccamento degli ulivi. Punto. Il problema era addebitato all’abbandono di pratiche “naturali”, nella coltura e nella raccolta, o a fenomeni oscuri e inspiegabili.

Il secondo e conseguente approccio fu quindi quello complottista. Il fenomeno era stato preordinato e nella confusione generale anche la magistratura corse in soccorso dei complottisti, indagando sulle responsabilità degli esperti che erano stati chiamati ad affrontare il problema. Della diffusione del fenomeno fu incolpato chi venne incaricato di rimediarvi. L’inchiesta si è conclusa recentemente con l’archiviazione.

Di fronte alla irresolutezza delle istituzioni italiane interviene a quel punto la Commissione europea, disponendo l’eradicazione delle piante entro un raggio di 100 metri da quelle infette e la Corte di Giustizia europea conferma la conformità ai trattati di questa decisione.

Intanto – e siamo già al 2016 –  M5S continua a definire la Xylella una truffa, in un mix crescente di  negazionismo e complottismo e Salvini tuona contro la decisione della Corte: “Unione Sovietica Europea! Ordina di abbattere gli ulivi in Puglia anche se non ancora malati di xylella. Il prossimo obbligo sarà di sradicare i vigneti nel Chianti o in Veneto?

A distanza di altri tre anni, il M5S dichiara che quella della Xylella è una tragedia che andava estirpata prima (cioè quando il M5S era contro il piano di eradicazione) e il Ministro Centinaio che lo Stato deve fare ammenda “per essersi voltato dall’altra parte” (che era la parte verso cui lo voleva voltato la Lega). Il ogni caso, per il Ministro leghista la Xylella rimane “colpa dell’Europa” La Xylella, insomma, è come lo spread o il deficit. Non un problema nazionale che le istituzioni nazionali non sono state in grado di affrontare e anzi hanno aggravato, ma un problema che prima non esiste e l’Europa è “matrigna” perché continua a vederlo, e poi, quando ne viene ammessa l’esistenza, è direttamente colpa dell’Europa.

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